Giovane,giovane,giovane, fuoriclasse…
Giovane,giovane,giovane,fuoriclasse…
Il tormentone estivo di Capo Plaza racchiude in due semplici termini quello che si sono dimostrati i nostri Aquilotti del 2008. Perché alla nostra prima partecipazione ad un torneo importante siamo stati tali.
Giovani, in quanto immaturi e privi di cinismo.
Fuoriclasse, per il risultato conseguito alla nostra prima uscita.
Credo che abbiamo dimostrato di essere degni eredi della Pallacanestro Grugliasco, possiamo essere fieri del nostro cammino nell’ Adriatica Cup, anzi questi tornei creano sodalizi e sinergie, si gioisce delle vittorie altrui, e ci si consola delle sconfitte piangendo su spalle più larghe delle proprie.
La nostra avventura inizia al mattino.
Presentazione 30′ prima come nelle partite, ma non in una palestra, ma in stazione.
Fischio, si parte, ma stavolta a dare il via non è un arbitro, ma un capotreno.
Si prende posto in carrozza  intorno ai tavolini, ma stavolta a scegliere i quartetti sono i ragazzi, non il coach.
I ragazzi partono con una valigia carica con i sogni e la paura della prima volta.
Il viaggio trascorre piacevolmente tra toto-camere e risate.
Poi la stanchezza prende il sopravvento e tutto accelera, l’ arrivo, la navetta, le camere, la cena, poi si crolla, domani è il grande giorno. Al mattino i nostri Aquilotti sono tutti tesi, gli altri coach e dirigenti, ci salutano, ci sorridono, una mano sulla spalla, ed un avvertimento dato così, come da un fratello maggiore che ne sa di più, ci dicono: “Occhio alle milanesi, sono forti”.
Prima partita:Urania, squadra ostica di Milano. I ragazzi pagano l’ emozione, si esce sconfitti, ma qualcosa è cambiato in loro. Hanno capito.
Seconda partita: San Carlo,squadra blasonata di Milano. I ragazzi sembrano trasformati, hanno fame di vittoria. E la vittoria arriva. Stesso risultato, ma stavolta a nostro favore. Si rimane in piedi fino a tardi con gli altri per sapere se siamo ripescati come miglior seconda, arriva il responso: Fuori. Morale sotto i piedi. Domani dovremmo dirlo ai ragazzi. Poi, un tweet. Ci avvisano che hanno sbagliato il conteggio,. Ripescati.
L’indomani giochiamo:Sporting Milano, squadra di Cusano che non ha mai ceduto un tempino.
Perdiamo i primi due set, il terzo e’ nostro. I nostri avversari hanno paura, il quarto game e’ combattuto, ma è perso nel finale. Morale al minimo storico, saltano schemi e nervi, il quinto e’ una debacle 18-2. Partita persa. L’ ultimo tempo e’ vinto. Siamo fuori 14-10. Così giochiamo la finalina per il quinto posto: Cavriago(Milano).
I nostri Aquilotti fanno subito capire che vogliono vincerla. Entrano e lottano su tutti i palloni, si va all’ half-time sul tre a zero, non c’è storia. La partita termina sul 4-2. Il tabellone ci regala una sorpresa: le finaliste del torneo sono Urania e Sporting Milano.
Nulla da rimproverare ai nostri ragazzi, rimane il rammarico di non aver potuto portare la squadra al completo.
Le lacrime servono a crescere, e spesso i pugni nello stomaco insegnano più delle carezze.
Quindi sappiate che quando al rientro aprirete quelle valigie, ciò che ne uscirà, saranno gli odori e i sudori di un’avventura fantastica, che i nostri ragazzi hanno vissuto in una città dove si respirava basket ad ogni angolo di strada, forse non sarà questo il loro mondo, ma al momento è qui dove vogliono vivere…